Animazione (cinema di):
Per cinema di animazione si intende quel
tipo di rappresentazione ottenuta con l’utilizzo
di singole immagini statiche (fotogrammi),
realizzate isolatamente e messe in successione,
alle quali viene dato movimento
attraverso la loro proiezione. La differenza
con il cinema dal vero consiste nel fatto che
in quest’ultimo il movimento è già esistente
in fase di ripresa, mentre nel cinema di
animazione i fotogrammi vengono posti l’uno
accanto all’altro ed è la proiezione stessa,
a una certa velocità, a dare il senso del
movimento. Tecnicamente, si può dire che il
cinema di animazione è il susseguirsi in brevissimo
tempo di 24 fotogrammi al secondo,
questa la velocità di scorrimento della pellicola,
che per un effetto ottico sembrano in
movimento continuo e scorrevole.
Le tecniche utilizzate per i fotogrammi sono
molteplici: il disegno animato, l’uso di pupazzi
o oggetti fotografati, il disegno diretto
su pellicola o l’animazione al computer (3D).
campo-controcampo:
Si tratta di una tecnica autoesplicativa
molto utilizzata in occasione del linguaggio
cinematografico e consiste nell’alternarsi di
distinte inquadrature speculari dei soggetti
che dialogano o comunicano tra loro con gesti
o sguardi (ad esempio, due personaggi seduti
di fronte uno all’altro stanno dialogando
e vengono inquadrati prima l’uno e poi successivamente
l’altro anche ripetutamente,
più volte fino alla fine della discussione).
controluce:
Effetto che si crea riprendendo con l’obiettivo
rivolto verso la luce.
COPIONE:
È il testo che contiene le battute degli attori.
Sotto al nome del personaggio che l’attore
deve interpretare, scritto al centro della pagina,
è scritta la battuta, separata dalle altre
da una riga di spazio.
CULT MOVIE:
È l’opera cinematografica diventata un’icona
sociale, arrivando talvolta a rappresentare
un elemento di riferimento di una generazione
o di una sottocultura. Tra gli esempi
del film di culto si può pensare a «Blade Runner
» (1982) di Ridley Scott che ha inaugurato
il nuovo cinema di fantascienza, ma anche
all’intramontabile «Casablanca» (1942) di Michael
Curtiz o a «The Blues Brothers» (1980)
di John Landis.
DIDASCALIA:
È un testo ripreso con la cinepresa e inserito all’interno di un film. Nato per le esigenze del
film muto venne poi utilizzato anche in seguito
per necessità narrative o esplicative. Spesso
viene inserito nei film per spiegare gli antefatti
della trama, come in «Star Wars» (1977)
di George Lucas, oppure per indicare tempo e
luogo, data e ora, in cui si inseriscono i fatti.
DOCUMENTARIO:
Si tratta di un film di contenuto informativo,
divulgativo, scientifico, storico, sociale
e di attualità. I documentari composti da
sequenze interpretate da attori o, comunque,
ricostruite, sono definiti film documentario
- docu-fiction o docu-drama, come «Le
vite degli altri» (2006) di Florian Henckel
Von Donnersmarck, mentre i film che, pur
presentandosi come documentari, narrano
storie di fantasia, vengono definiti falsi documentari
- mockumentary, di cui l’iniziatore del
genere può dirsi Peter Watkins con «The War
Game» (1965), tra gli italiani si può annoverare
«Il mistero di Lovecraft» (2005) di Federico
Greco e Roberto Leggio.
DOLBY:
È la denominazione commerciale di un sistema
elettronico di registrazione che elimina
il fruscio di fondo, migliorando la qualità del
suono.
EFFETTI SPECIALI:
Sono le tecniche o i trucchi utilizzati per
simulare situazioni che sarebbe troppo costoso
o impossibile o pericoloso ricreare in
maniera tradizionale.
FILM COMMISSION:
Così chiamate le organizzazioni a livello locale
e nazionale, sostenute da Enti Pubblici
(Stato, Regione, Provincia, Comune), il cui
scopo è quello di attrarre produzioni di film
nel proprio territorio di riferimento, fornendo
loro assistenza, trovando sponsor, chiedendo
i permessi e quant’altro.
FILM INDIPENDENTE:
Comunemente detto anche indie, il film indipendente
è un film a basso costo, prodotto
senza l’appoggio economico di un grande
studio cinematografico. È caratterizzato da
una assoluta libertà del regista, non controllato
dalla casa di produzione, e può essere
sia autoprodotto dal regista e/o da alcuni
degli attori sia da istituzioni locali.
FLASH BACK:
Rievocazione di un fatto precedentemente
avvenuto inserito all’interno di una narrazione,
interrompendone la continuità. Il corrispettivo
del flashback nel cinema è l’analessi nella letteratura. Per rappresentare questi
salti all’indietro nel tempo senza disorientare
lo spettatore, vengono utilizzate varie
soluzioni, tra cui quella di sfumare i margini
dell’inquadratura oppure di modificare i colori
della fotografia, passando dal colore al
bianco e nero oppure a colori meno vividi e
altri ancora. Gli esempi sono numerosissimi,
da «Alba tragica» (1939) di Marcel Carné, quasi
interamente narrato attraverso il ricordo
degli eventi da parte del protagonista, Jean
Gabin, alle prime tre stagioni della serie
televisiva statunitense «Lost» creata da J.J.
Abrams, Damon Lindelof, Jeffrey Lieber, laddove
i vari protagonisti presentano allo spettatore
la propria storia prima dell’incidente
aereo attraverso l’espediente del flashback.
FLASH FORWARD:
Consiste nell’anticipare gli eventi non ancora
verificatisi cronologicamente all’interno della
narrazione per poi riportare lo spettatore
al punto in cui la storia è stata interrotta. Le
regole e gli effetti sono molto simili a quelli
del flashback. Tendenzialmente viene usato
raramente e rappresenta quello che è la prolessi
nella letteratura. Un esempio famoso
è l’inizio di «Quei bravi ragazzi» di Martin
Scorsese (1990) in cui nei primi minuti, prima
dei titoli iniziali, si vede una scena del futuro
per introdurre al meglio il protagonista nella
narrazione o in ambito televisivo, ancora la
serie statunitense «Lost», che chiude l’ultima
puntata della terza stagione con un flashforward.
FOTOGRAMMA:
Il frame o fotogramma è la singola immagine,
equivalente a una fotografia, che compone
la pellicola cinematografica. Il fotogramma
è evidente nel fermo immagine, cosiddetto
freeze-frame.
Il film è composto da una pellicola su cui
sono impresse in sequenza delle immagini
riprodotte ad una velocità di almeno 16 fotogrammi
al secondo, dando così allo spettatore
il senso di un movimento continuo. La frequenza
o velocità di proiezione che si adotta
attualmente è di 24 fotogrammi. Con l’avvento
del digitale non è più corretto parlare
di fotogramma, in quanto concretamente il
fotogramma non esiste, se non sotto forma
di traccia virtuale individuabile tramite un
software e per questo suscettibile di infinite
modifiche.
FUORI CAMPO:
Tutto ciò che si immagina che si trovi o accada
fuori dell’inquadratura è inteso come fuori
campo. Per ricrearlo nell’immaginario dello
spettatore vengono utilizzate varie tecniche cinematografiche, come suoni, ad esempio,
musica, voci o rumori, che sembrano provenire
dal piano di realtà del film, ma di cui non
si vede la fonte.
GENERI CINEMATOGRAFICI:
I film vengono classificati in base alle caratteristiche
tematiche: avventuroso, western,
poliziesco, storico, ecc. La classificazione non
è rigida, in quanto spesso un’opera appartiene
a più generi, si pensi a un thriller ambientato
in una diversa epoca storica, passata o futura.
Sono stati coniati, dunque, anche generi misti,
come il fanta-horror o il legal-thriller.
GIRATO:
È tutto il complesso del materiale video realizzato
sia su pellicola sia su supporto digitale.
Esiste anche il cd. girato giornaliero, che
rappresenta il materiale di una giornata di
riprese video.
Spesso alcune parti non utilizzate nel film,
diventano il contenuto extra dei DVD.
HOME VIDEO:
Categoria di video cinematografici fruibili in
ambito domestico.
Inizialmente, erano rappresentati dalle videocassette
oggi dai DVD e dai Blu-Ray D.
INQUADRATURA:
È il rapporto dello spettatore con l’ambiente
e i personaggi della narrazione ed è rappresentato
dalla delimitazione dello spazio
ripreso dalla macchina da presa.
L’inquadratura, dunque, è la porzione di spazio
definita all’interno del rettangolo della
pellicola che lo spettatore può vedere, escludendo
il resto che rimarrà così fuori campo.
Il succedersi delle inquadrature compone le
scene e le sequenze del film.
In base all’interesse che viene rivolto all’ambiente
o ai personaggi, l’inquadratura si sviluppa
in modo diverso.
Le inquadrature si classificano in CAMPI se
riguardano l’ambiente, lasciando alla figura
umana e agli animali un aspetto marginale,
e si suddividono in Campo Lunghissimo, Lungo,
Medio e Totale a seconda che si tratti di
una panoramica molto ampia dell’ambiente
oppure che la visione sia più ristretta permettendo
anche l’individuazione dei soggetti
che vi interagiscono.



Man mano che l’inquadratura si concentra sul soggetto, uomo, animale o oggetto, dandone risalto, allora si parla di PIANI. L’inquadratura si definisce ancora OGGETTIVA, quando cioè si ha una visione neutrale da parte dello spettatore, esterna alla situazione, cioè da spettatore nel vero senso della parola, SOGGETTIVA, quando lo spettatore si trova nello stesso punto di vista di uno dei personaggi del film, quasi si trovasse nella sua stessa posizione all’interno della scena; DI QUINTA, quando, oltre a un soggetto, si vede una parte ridottissima del suo interlocutore, che esce per buona parte del corpo e del viso dall’inquadratura.
LUNGOMETRAGGIO:
Il termine deriva dalla lunghezza della pellicola
in metraggio, per l’appunto. Si intende
lungometraggio una pellicola della lunghezza
di oltre 1500 metri, tale lunghezza corrisponde
circa a 45 minuti e oltre di durata della proiezione.
Il lungometraggio è considerato il film
standard, di durata normale, mentre il cortometraggio
ha una durata di circa mezz’ora,
anche se vi sono in entrambi i casi eccezioni.
LOCANDINA:
È la pubblicità cartacea di un film che viene
affissa nei normali spazi pubblicitari autorizzati
oppure collocata presso le sale cinematografiche
che lo hanno in programmazione o
lo stanno per proiettare.
In essa vengono indicati il titolo del film e
raffigurati gli interpreti principali o immagini
suggestive (si pensi a quella di «Guerre Stellari
» o di «American Beauty»).
Attualmente sono molto in voga anche i set
poster, che raffigurano gli attori del cast presi singolarmente, in particolare nelle saghe, un
esempio per tutti quelli di «Il Signore degli
Anelli» di Peter Jackson.
MONTAGGIO:
Il montaggio è un’attività che viene fatta
dopo le riprese del film (la c.d. post-produzione)
consistente nel taglio del materiale
girato e nell’assemblaggio delle parti di
pellicola buone, cioè di quelle parti di girato
che sono state ritenute valide da utilizzare
nel film in base alle esigenze narrative e alle
scelte del regista.
Nella fase di ripresa, per ragioni economiche
e di tempo, sul set vengono girate moltissime
scene ambientate nello stesso luogo, anche se
concernono tempi e fasi del racconto diverse
tra loro. Spetta al montatore, una volta ricevuto
tutto il materiale girato, le indicazioni
delle sequenze temporali delle scene e le indicazioni
stilistiche del regista, tagliare il girato
in spezzoni e ricongiungerli nei punti indicati,
creando così le scene definitive.
Tradizionalmente il montaggio viene fatto
attraverso un macchinario chiamato MOVIOLA,
che permette di eseguire tagli e giunture,
ovvero l’assemblaggio diretto della pellicola
nonché la sincronizzazione dell’audio.
Attualmente, inizia a essere utilizzato il montaggio
digitale, quindi, tutto il materiale girato
è digitalizzato e conservato su hard disk.
PIANO:
Termine usato per indicare l’inquadratura
che riguarda il soggetto, uomo o animale.







PIANO SEQUENZA:
La sequenza è l’insieme delle scene che creano
un capitolo del racconto cinematografico.
Il piano sequenza è una tecnica che consiste
nel creare, utilizzando vari piani e rispettando
il tempo del mondo reale, una sequenza
attraverso un’unica inquadratura.
Alfred Hitchcock, girò «Nodo alla gola» (1948)
con 8 piani sequenza. Il suo desiderio di realizzare
un film con un unico piano sequenza
fu irrealizzabile a causa del metraggio delle
bobine delle macchine da presa di allora, che
non consentivano piani sequenza della durata
di più di dieci minuti l’uno. Questo limite
si superò con l’avvento del digitale, utilizzato
da Alexander Sokurov, che nel 2002 riuscì a
realizzare «Arca Russa» con un unico piano
sequenza.
PRESA DIRETTA:
È la tecnica che permette, durante le riprese
cinematografiche, di registrare i suoni ambientali,
i rumori e i dialoghi degli attori sul
set contemporaneamente alla registrazione
video.
Per ottenere le registrazioni audio vengono
utilizzati microfoni di vario tipo, da quelli
molto piccoli, nascosti addosso agli attori, a
quelli montati su lunghe aste (tra cui la cd.
giraffa) fino ai microfoni ambientali dislocati
nella zona delle riprese.
PRIMA VISIONE:
Si tratta del film proiettato nei cinema da
non più di tre settimane, dopo questo periodo
i film vengono detti di seconda visione.
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA:
Si tratta della proiezione di una serie di film
che hanno in comune un tema culturale o
sociale, il regista o un genere specifico (ad
esempio, il fanta-horror o la fantascienza).
RECENSIONE:
È un breve scritto che esprime un giudizio
o da un’interpretazione dell’opera cinematografica
in esame. Si compone di una parte
descrittiva della trama del film, di un’analisi
dell’argomento trattato e di un esame critico
sulla qualità dell’opera.
RETROSPETTIVA:
Mostra rappresentativa delle opere di un singolo
artista o di un genere nel suo nascere e
nella sua evoluzione.
SCENA:
È il susseguirsi di più inquadrature collegate
tra loro da identità di spazio, tempo e azione.
Quando vi è il cambio in uno di questi tre elementi,
che può essere un cambio temporale,
notte-giorno, presente-passato, oppure un
cambio di ambientazione, esterno-interno,
casa-scuola, o dei fatti che si stanno svolgendo,
si è davanti a un cambio di scena (ad esempio, nella prima scena avevamo i due
uomini di sera che parlavano seduti al ristorante,
subito dopo, nella seconda scena, è
mattina e si vedono alcuni cani che abbaiano
sulla strada).
L’insieme di più scene compone la sequenza,
che rappresenta una sorta di capitolo della
storia del film.
SCENEGGIATURA:
È il testo che contiene tutte le indicazioni
di quello che deve essere interpretato dagli
attori e girato e che diventerà a lavoro ultimato
il film.
Nella sceneggiatura vengono descritti ambienti,
azioni e dialoghi, talvolta anche con
l’indicazione per la regia di come deve essere
fatta l’inquadratura (come un primo piano o
un campo lunghissimo ecc.).
L’autore della sceneggiatura è lo sceneggiatore
e, come nel caso di Quentin Tarantino, il
regista in alcuni caso è anche lo sceneggiatore
del proprio film.
SOGGETTIVA:
È un tipo di ripresa che da allo spettatore
l’impressione di vedere esattamente con gli
occhi del personaggio del film, permettendogli
quindi una visione e una percezione della
situazione narrativa molto vivide.
Alla soggettiva si avvicina la SEMI-SOGGETTIVA,
una tecnica di ripresa che trasmette allo
spettatore la sensazione di essere molto vicino,
accanto quasi, al personaggio, in questo
caso la percezione visiva è diversa, seppur di
poco, da quella del soggetto sullo schermo.
SOGGETTO:
È un breve testo che delinea sinteticamente
la trama del film. Il soggetto o story è un racconto
che illustra una storia, con la descrizione
dei protagonisti e degli ambienti da cui
verrà sviluppata la sceneggiatura.
TRAILER:
È uno dei più importanti strumenti pubblicitari
dell’industria cinematografica.
Si tratta di un filmato che racchiude alcune
sequenze di particolare impatto e interesse
di un film di prossima uscita nelle sale a fini
promozionali. Lo scopo è quello di suscitare
curiosità e interesse nel pubblico. Non
sempre le sequenze dei trailer coincidono
con quelle del film, in quanto molto spesso
il montatore del trailer sceglie le scene da
utilizzare per il trailer prima del montaggio
definitivo del film.
Al trailer si avvicina il TEASER, che è un filmato
promozionale della pellicola in uscita, ma
di brevissima durata (circa 30 secondi fino a
un massimo di un minuto), composto di una
sola sequenza di forte impatto.